Per quanto nella vita quotidiana io sia propositivo e fiducioso, nel mio lavoro sono un inguaribile pessimista.

Lo ritengo necessario al ruolo che svolgo. Diffidare, guardare tutto due volte, cercare

In un settore in cui troppo spesso la gente gestisce tutto con faciloneria, fino ad incastrarsi e far danno, ricoprire il ruolo di quello che può apparire pesante e bacchettone credo sia necessario.

Per far comprendere che quello che stiamo per fare può divenire facile solo se ci prepariamo a dovere e lavoriamo con serietà.

Alcune volte però mi ritrovo con clienti un pizzico pessimisti, la cui frase tipica è “non so se ce la faremo”, ed è mio dovere in questo caso riequilibrare il tutto.

In situazioni come queste, nell’ombra lavoro come se stessimo camminando su un campo minato, ma nell’operatività con loro sto attento perché tutto possa apparire come una piacevole scampagnata domenicale.

Perché il mio mestiere è anche questo: assorbire le preoccupazioni e dirvi che non dovete avere paura perché ci sono io a vigilare, a farvi scansare ogni ostacolo, ad assorbire ogni colpo prima che arrivi a voi.

Cosi quando Sergio mi diceva che non ce l’avremmo fatta gli ho solo chiesto la disponibilità ad eseguire ogni mio servizio pubblicitario sull’immobile per avere il massimo della nostra potenza di fuoco.

La diffidenza di Vito invece, che al principio si relazionava con me come chi da un momento all’altro si aspetta un torto, è stata abbattuta dal renderlo partecipe passo passo di cosa avremmo fatto.

Questa volta insomma l’ottimista ero io.

Era necessario cercare il giusto equilibrio.

Direi che non è andata male.

Grazie ragazzi e un augurio per il vostro futuro.