Basterebbe leggere la bio di ogni mio canale social per sapere che, come tanti bimbi, da piccino io volevo diventare un supereroe.

Ma, a differenza di molti, non erano tanto i super poteri che mi facevano gola ma un momento tipico di qualsiasi puntata di ogni cartone/fumetto/film.

Alla risoluzione della storia di turno, quando il pericolo era passato e la pace tornata, c’era sempre questo frangente in cui le persone ringraziavano chi tanto si era prodigato per loro.

In quel grazie detto di cuore a chi aveva agito per il tuo bene io ci vedevo un piccolo istante di amore. 

Qualcosa che mi scaldava il cuore.

Mi pare ovvio che negli anni io non sia stato morso da un ragno, i miei non mi hanno ancora detto di avermi adottato da un altro pianeta e non sono neanche diventato (e di questo passo ho smesso di sperarci) un genio miliardario, filantropo, playboy. (Cit.)

Ma una cosa l’ho capita.

Per essere dei piccoli eroi oggi serve poco.

Essere una persona per bene in questo mondo e fare la nostra parte per aiutare chi incontriamo sulla nostra via ci rende già delle persone migliori.

E per aiutare le persone non servono chissà quali superpoteri.

Basta agire tenendo a cuore la gente più di te stesso.

Questo è quello che ho fatto per ben tre volte in tre pratiche differenti per Lucia e Martina.

Non sono state mai pratiche facili, brevi o semplici ma ogni volta il mio impegno ha portato alla loro soddisfazione e soprattuto...

…ogni volta mi hanno donato quel "GRAZIE" che ti scalda il cuore.

Sono io che vi ringrazio.

Un abbraccio fortissimo.